Il mondo del turismo post Covid-19
La pandemia di COVID-19 ha provocato profondi cambiamenti nel modo di viaggiare e, di conseguenza, nel settore turistico a livello globale. In Italia, uno dei Paesi che più ha sofferto l’impatto della pandemia, il turismo internazionale è crollato, portando a chiusure diffuse di strutture turistiche. Similmente, la Grecia ha sperimentato una significativa diminuzione del turismo straniero, e l’Ungheria ha visto drasticamente diminuito il volume di affari legato al settore travel&tourism.
Nel 2022 le stime di Eurostat indicano che l’industria del turismo dell’Unione Europea ha mostrato incoraggianti segni di ripresa. Complessivamente, il numero totale di notti trascorse in strutture ricettive nel 2022 è stato vicino ai livelli pre-pandemici, registrando 2,72 miliardi di notti rispetto a 2,88 miliardi nel 2019, con una diminuzione del 5,6%. Questo rappresenta un notevole aumento rispetto ai livelli del 2020 e del 2021.
All’inizio del 2023 invece il numero di pernottamenti nelle strutture ricettive dell’Ue ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni: sono stati registrati 1,193 miliardi di pernottamenti in strutture ricettive come alberghi, case vacanze e campeggi. Si tratta di un aumento del 12,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dello 0,9% rispetto al 2019.
Arrivi turistici internazionali nel mondo – variazioni % Fonte: UNWTO
Secondo l’indice Travel Health di Skift il turismo globale sta registrando performance migliori nel 2023 rispetto al periodo pre pandemia. Il Travel Health Index è uno strumento proprietario prodotto da Skift Research per monitorare le prestazioni dell’industria dei viaggi utilizzando 84 indicatori di viaggio con dati provenienti da 22 partner.
STRUTTURE RICETTIVE
Durante il picco pandemico del 2020 la maggior parte degli alberghi ha sospeso la propria attività a causa del calo della domanda. Dopo le riaperture estive, peraltro non generalizzate e a ritmi ridotti, la seconda ondata pandemica e le relative misure restrittive hanno nuovamente aggravato la situazione negli ultimi mesi del 2020, costringendo alcuni alberghi a cessare l’attività, soprattutto tra quelli di piccola e media dimensione più vulnerabili agli shock della domanda.
Il rialzo dei flussi turistici a partire dal 2021 ha consentito di porre un freno alle chiusure delle strutture ricettive, ma le criticità che hanno continuato a caratterizzare il settore anche nel 2022, dal caro energia all’inflazione alla carenza di personale, hanno reso difficoltoso il processo di recupero delle strutture alberghiere.
STRUTTURE RICETTIVE
Presenze di residenti negli esercizi alberghieri dei paesi dell’Unione Europea (variazioni %)
INDICATORI DEL SETTORE ALBERGHIERO - 2023
ADR – Tariffa media
giornaliera. Indicatore dei prezzi delle camere d’albergo, pari alle entrate delle camere d’albergo/ camere vendute in un dato periodo;
Occ – Tasso di occupazione.
Indicatore di prestazioni alberghiere, pari al numero di camere d’albergo vendute / fornitura di camere;
RevPAR – Entrate per camera disponibile.
Indicatore delle prestazioni dell’hotel, pari alle entrate della camera d’albergo/ camere disponibile in un determinato periodo
For more information you can consult the European Travel Commission 2023 report online
Il settore delle case vacanza è quello che ha sofferto meno durante la pandemia, riprendendosi più rapidamente rispetto agli hotel. Dal gennaio 2023, le case vacanza sono state al di sopra del 30-40% rispetto alle prestazioni del 2019.
AirBnb è sicuramente una delle aziende leader per l’hospitality, detiene infatti una quota di mercato dominante del 20+% nel settore delle case vacanza, con oltre 150 milioni di utenti e 1 miliardo di soggiorni.
-Airbnb ha generato 2,2 miliardi di dollari di entrate nel terzo trimestre del 2021: il 36% in più rispetto a quello del 2019.
-Quasi 700.000 aziende usano Airbnb per lavoro.
-I criteri di ordinamento più popolari estrapolati da circa 200 milioni di ricerche con date flessibili nel 2021:
- Fine settimana: 26%
- +/- 1 giorno: 22%
- +/- 7 giorni: 20%
- Settimana: 14%
- +/- 3 giorni: 11%
- Mese: 5%
OSPITALITA’
Il totale del mercato ricettivo per canale d’acquisto
(dati in Mld Euro)
Fonte Politecnico di Milano
PREZZI ALTI…
Il 2022 è stato un anno in cui i livelli di inflazione hanno visto un netto rialzo e hanno spinto quindi in alto i prezzi, unitamente al cosiddetto fenomeno della “great resignation”, che sta causando problemi di personale a linee aeree e alberghi.
Si stima che i tassi di inflazione a livello globale rimarranno più elevati del normale, mentre i timori di un’imminente recessione e la crisi del costo della vita stanno già mostrando i loro effetti in molti paesi europei e delle Americhe.
Questo vuol dire che diminuisce la capacità di spesa dei viaggiatori e che la tendenza a scegliere i viaggi in base ai prezzi sarà probabilmente il trend significativo nei prossimi anni.
In base al report sui trend del turismo 2023 di Skyscanner, circa il 46% di turisti intende fare nel 2023 lo stesso numero di giorni di vacanza del 2022 e circa un terzo di loro pianifica di viaggiare ancora di più.
Ma l’aumento dei prezzi influisce su come e dove vengono spesi i soldi; le località meno costose infatti sono in forte crescita così come anche i viaggi in bassa stagione. Ad esempio, il 25% dei turisti inglesi afferma che il costo degli alberghi influisce sulla scelta della destinazione.
COME SONO CAMBIATI I TURISTI
Il trend del 2023, che proseguirà anche per i prossimi anni, è quello del turismo consapevole, una crescente fetta di viaggiatori infatti tende a fare una valutazione a 360 gradi dei propri viaggi. I risultati sono la scelta di mete meno affollate, mezzi di trasporto più sostenibili o viaggi in bassa stagione.
Il lavoro flessibile è ormai diffuso in tutto il mondo. Oltre ad aumentare le opzioni home-office per i dipendenti, la parola “workation” segnauna tendenza. Descrive la combinazione di lavoro e viaggi, in cui le imprese caratterizzate da lavoro flessibili consentono ai loro dipendenti di viaggiare e lavorare contemporaneamente da diversi paesi. Continuano quindi le richieste di soggiorno per periodi più lunghi da parte dei nomadi digitali e gli smart-worker tanto che sempre più destinazioni si stanno attrezzando per concedere visti specifici per questo tipo di lavoratori.
In crescita anche il numero di viaggiatori giovani e benestanti. che hanno molto sofferto delle restrizioni durante il periodo pandemico. Questo segmento turistico è alla ricerca di esperienze memorabili ma con tutti i comfort.
I viaggiatori solitari trainano invece i tour organizzati nei paesi extraeuropei, sono principalmente donne sui 55 anni o più che cercano esperienze incentrate sulla salute e sul benessere fisico e mentale.
In generale si può affermare che è cambiato il rapporto con l’esperienza del viaggio, per molti segmenti di turisti infatti il viaggio non è più la semplice vacanza ma una parte essenziale della propria vita. Cambia quindi anche il modo in cui questi viaggiatori investono il proprio denaro, la quantità di tempo che trascorrono in un luogo, le aspettative che hanno in relazione all’esperienza complessiva e il modo in cui le comunicano.